Il diritto di leggere qualsiasi cosa, il diritto di saltare le pagine e il diritto di non finire un libro: sono tre delle dieci rivendicazioni che Daniel Pennac evidenzia nel suo libro “Come un romanzo” chiamandoli I diritti imprescrittibili del lettore.
Leggere è un piacere, spiega Pennac in questo breve saggio che vuole analizzare il piacere della lettura a partire dalla sua nascita, quando si è solo bambini non ancora in grado di riconoscere le lettere ma affascinati da quei mondi in cui i genitori li trasportano leggendo le fiabe.
Desiderio che molto spesso viene meno in seguito, nell’adolescenza. E qui lo scrittore francese attinge alla sua esperienza come insegnante in un liceo parigino con l’oneroso compito di riavvicinare i ragazzi ai libri e colmare quella distanza che l’epoca moderna, con il sopravvento della tecnologia, acuisce sempre più.
Passione. Occorre suscitare passione per invogliare lo studente a leggere. La curiosità di interessarsi ad una storia e voler sapere come va a finire. Ed eventualmente essere felici di quell’epilogo o sperare di poterlo riscrivere. Per tener viva quella passione bisogna poi ricordarsi dell’unica verità fondamentale che invece la può spegnere: l’idea dell’obbligo.
Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”, il verbo “Sognare”.
Quando lo studente inizia a sentirsi obbligato a leggere un libro inizia a venire meno la sensazione di piacere e quasi di ribellione. Ma questa è anche la parte più bella perché finalmente scopre il suo gusto. Mi sono quasi sentita giustificata dalle parole di Daniel Pennac ripensando a quando ho suscitato il fastidio nel mio professore del Liceo per aver dedicato la tesina degli esami a un autore che non avevamo affrontato insieme ma che aveva rappresentato per me un faro nella notte: Honorè De Balzac. La ribellione del fuori programma.
O ancora, ripenso a com’è stato bello leggere i Promessi Sposi nei mesi scorsi, quando non c’era nessun programma ministeriale a richiedermeli.
“Come un romanzo” è un libro quindi che rivendica il piacere di leggere in un momento in cui l’editoria è sempre più in crisi. Nel post Covid circa il 70% degli editori ha attuato o programmato la cassa integrazione per il suo personale. Di questi il 9% sta valutando la chiusura nel 2020. In generale il settore denuncia 45 milioni di fatturato in meno.
Cosa potrebbe salvare il settore? Sicuramente la riscoperta da parte degli italiani del piacere di un buon libro per arricchire le proprie giornate. Come scrive Pennac: Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Sarebbe bello che ce ne ricordassimo.
Credits: la fotografia della Livraria Lello & Irmão di Porto è presa da Il Libraio.