In Italia la chiamiamo “caccia” ma quello che ti insegnano sul posto é che più corretta definirla inseguimento dell’Aurora Boreale. Chasing Northern Lights come dicono gli anglosassoni. É un viaggio freddo, ovviamente, paziente e astuto perché vivere Tromso vuol dire capire i segnali della Natura e saperci convivere.
Nonostante fossimo vicini alla metà di marzo, non ha mai smesso di nevicare per tutto il tempo del viaggio ma per fortuna neanche noi abbiamo mai smesso di esplorare. L’importante é sapere come farlo, essere attrezzati per la neve ai bordi delle strade che supera i 2 metri di altezza, i ramponi per il ghiaccio e indossare un’attrezzatura termica seria che spesso comunque non basta per i -14 gradi effettivi che in certe zone ventilate possono corrispondere a -20 percepiti.
Tutto questo vale assolutamente la pena per un posto affascinante come Tromso, nell’estemo Nord della Norvegia per la precisione 350 km a nord del Circolo Polare Artico.
Tromso, la Parigi Artica
La città si spande sul mare, una striscia di terra tra mare e montagna (non molto alta) con case a vari livelli: quelle più in alto possono spesso incappare nell’incontro di Alci o altri animali selvatici. Sulla sommitá c’é peró la possibilità di osservare l’aurora boreale più bella della città (ovviamente bisogna essere fortunati) proprio lì dove sorge l’osservatorio, vicino al lago che in questo periodo é una distesa di neve e ghiaccio.
I paesaggi sono incantevoli, un misto di fiordi sul mare, vette innevate e centro urbano. Le casette sono le tipiche abitazioni di legno norvegesi colorate che si vedono anche dalle cime più alte dell’isola (sì, é un’isola in realtà collegata con un ponte ultramoderno all’altra parte della costa) per una popolazione che fino al 1880 contava 40 abitanti. Diventati oggi quasi 80mila grazie anche all’università ma non solo?
Perché nonostante il tempo avverso, Tromso é cresciuta così tanto? Perché é diventata il punto di partenza privilegiato proprio per la sua vicinanza al Polo Nord. Da qui infatti sono partite le prime spedizioni tra cui quella vittoriosa di Roald Amundsen (norvegese), celebrata con la statua in piazza vicino al porto e Umberto Nobile (italiano).
Inoltre è anche l’ultimo ponte diretto per le Svalbard uno dei posti più selvaggi al mondo e per cui Tromso rappresenta il centro più comodo per commercio e salute: le donne delle Svalbard infatti, al sesto/settimo mese vengono accolte in una clinica nella città per partorire con le cure adeguate, impossibili da ricevere nelle isole. Le spedizioni, la vita alle Svalbard e la fauna del luogo é raccontata benissimo al museo Polare che vale la pena visitare.
Altro motivo per cui la città é un posto privilegiato é che é verso l’interno della costa, più riparata rispetto all’esterno e con l’acqua più calda grazie alle correnti. Un centro ideale per navigare quindi e raggiungere anche le altre città costiere più a sud. Tromso viene definita la Parigi del Nord perché offre qualunque tipo di raffinatezza culturale e divertimento. Da qui vengono suoni elettronici come quelli dei Royksopp o anche musica pop di successo come Lene Marlin.
La musica artica rappresenta lo spirito misterioso del luogo e delle sue ispirazioni, radicate nei suoi abitanti. Anche il cibo é buonissimo e di qualità molto alta nella tipica tradizione scandinava. Due posti consigliati dove mangiare sono Dragoy ed Emma’s Kitchen. L’acqua pulitissima è gratuita, come dovrebbe essere in tutto il mondo.
Altri punti di interesse in un viaggio a Tromso sono la cattedrale Artica e la visita a uno dei campi Sami, gli abitanti originari di quelle terre per lo più allevatori di renne. Entrare nel loro mondo è molto affascinante perché è come fare un salto nel tempo e scoprire le loro usanze e come queste hanno poi influenzato la cultura del Paese. I Sami sono 80.000 distribuiti tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Parlano 9 lingue diverse e non simili tra loro.
La parte più affascinante è lo spazio che danno agli Joik i loro tipici canti con cui raccontano da secoli le loro storie anche familiari. Spesso infatti i canti si tramandano di generazione in generazione. Un genere musicale che per fortuna sta rinascendo anche in chiave pop, salvando la tradizione del popolo.
Inseguendo l’Aurora Boreale
Il cielo artico si colora di sfumature sopra la città e in certi periodi dell’anno é sempre retroilluminato di celestino. I tramonti possono essere rosati e in certe notti fortunate si puó vedere lei, l’Aurora Boreale. Un fenomeno imprevedibile seppur in parte calcolabile in base ad alcuni fattori quali luminosità, freddo (più la temperatura è bassa e più é probabile da qualche parte si sia formata una scia d’aurora) e cielo limpido ovviamente. E soprattutto non sai mai quanto puó durare.
L’abbiamo vista 2 volte, a inizio del viaggio in mezzo al mare e l’ultima sera con un’esplosione di colori tra il verde e delle punte rosate disegnando archi per tutta la notte sopra le nostre teste (foto di copertina). A un’ora di macchina da Tromso, in una vallata dove il cielo era limpido e la temperatura molto molto bassa. I tour con fotografi esperti sono super consigliati perché sanno meglio come trovarla e soprattutto come accendere un fuoco per riscaldare 🙂 Dettaglio non trascurabile.